Situato nel nord dell’Iraq, attorno al suo capoluogo Erbil, il Kurdistan è una regione che si estende per 450.000 kmq con una popolazione di 4,7 milioni. I suoi confini sono a est con l’Iran, a nord con la Turchia, a ovest con la Siria.
Al suo interno il territorio presenta un’elevata percentuale di zone montuose, con numerosi altopiani, dove sovente è molto sviluppato l’allevamento.  Nelle sue terre nascono i principali corsi d’acqua del Medio Oriente ed inoltre vi è abbondanza di sorgenti e falde acquifere, dovute principalmente alle cospicue precipitazioni piovose. Il clima si presenta molto rigido in inverno, soprattutto nelle zone montuose, innevate sei mesi l’anno. In estate le temperature tendono ad aumentare notevolmente, determinando un clima caldo secco. Dal punto di vista delle risorse naturali, il Kurdistan, si presenta ricco ed estremamente produttivo. I numerosi fiumi, attraverso imponenti dighe, consentono lo sfruttamento dell’energia idroelettrica e lo sviluppo dell’allevamento ittico. Anche il sottosuolo è ricco di giacimenti minerari: carbone, ferro, rame, piombo, argento etc. Tuttavia la risorsa più rilevante e più sfruttata, non solo sotto l’aspetto quantitativo, ma soprattutto sotto quello economico, è il petrolio. 

Con la  caduta del regime di Saddam Hussein, la regione del Kurdistan ha raggiunto una certa autonomia politica, come regione federale dell’Iraq. Ma già durante il regime ha goduto, a partire dal 1991, di una sostanziale autonomia, grazie a una “no fly zone” istituita da Usa, Gran Bretagna e Francia.

Il Kurdistan rappresenta il passaggio obbligatorio di importanti vie di comunicazione, ad esempio tra le repubbliche centro asiatiche, l’Iran e la Turchia, e si trova nel cuore di uno dei punti più caldi della politica mondiale. Inoltre, la strategica posizione geopolitica dell’area ha condizionato molto la storia del popolo curdo, hanno reso estremamente difficile e articolato il processo di indipendenza.